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Furto al supermercato e destrezza

I furti al supermercato sappiamo bene che sono all’ordine del giorno; e lo sono anche nei tribunali, tanto che spesso ci si interroga su questioni ad essi inerenti.

In particolare si discute spesso dell’aggravante della destrezza, prevista dall’art. 625 n. 4 del Codice Penale.

La Corte di Cassazione ha recentemente affrontato il tema, stabilendo che non sussisterebbe l’aggravante della destrezza ex art. 625 n. 4 c.p. nell’ipotesi di furto tentato al supermercato tramite occultamento della merce, posto che per la configurazione della predetta aggravante è necessario non solo l’uso di una particolare abilità, dovendo altresì la modalità della condotta concretizzarsi in un quid pluris rispetto alle consuete modalità di concretizzazione del fatto di reato (Cass. Pen. Sez. V n. 40262/16). E dunque il mero impossessamento della res incustodita non farebbe scattare l’aggravante, riscontrabile invece nelle ipotesi di commissione del fatto in condizioni di minorata difesa. E’ perciò richiesta la prova dell’approfittamento da parte dell’agente di una condizione favorevole in rapporto allo stato contingente, come ad esempio l’avere la vittima distolto per un breve lasso di tempo la vigilanza sul bene oggetto del reato.

Si può dunque concludere per l’esclusione dell’aggravante ex art. 625 n. 4 c.p. nell’ipotesi di furto al supermercato tramite occultamento della merce.

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Furto al supermercato: consumazione o tentativo?

A cura dell’Avvocato Chiara Mussi

www.avvocatomussi.it     chiara@avvocatomussi.it

Sottrarre beni al supermercato configura, chiaramente, il reato di furto. Spesso però ci si interroga sulla consumazione del reato o, al contrario, la sua qualificazione nella forma del tentativo, differenza di non poco conto al fine della quantificazione della pena, poichè l’art. 56 c.p. prevede che all’autore del delitto tentato sia irrogata una pena diminuita da un terzo a due terzi rispetto a quella stabilita per il reato consumato. In tema di configurabilità del tentativo nell’ipotesi di furto al supermercato avvenuto sotto la diretta osservazione dell’autore del fatto (direttamente o mediante apposite apparecchiature), con sentenza n. 52117 del 17.07.2014, La Suprema Corte a Sezione Unite ha stabilito che ove il tempestivo intervento dei soggetti a ciò preposti impedisca di fatto la consumazione del reato, esso vada inquadrato nella forma del tentativo, non avendo l’agente conseguito, neppure momentaneamente, l’autonoma ed effettiva disponibilità dei beni sottratti, non essendo gli stessi ancora usciti dalla sfera di vigilanza e controllo del soggetto passivo del reato. Resta ferma l’applicabilità dell’aggravante di cui all’art. 625 comma 1 n. 7, relativo alla commissione del fatto su cose esposte alla pubblica fede.

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